Laura Paoletti – LA SCIENZA DEL FUTURO

(Editoriale di Paradoxa 2/2021) Questa riflessione sul ‘dopo’ conclude idealmente il percorso – dettato dalle cose stesse più che pianificato ex ante – avviato con la denuncia della tendenza contemporanea alla rimozione del passato («Paradoxa» 4, 2020) e proseguito con l’analisi del presente come transizione verso un’epoca nuova («Paradoxa» 1, 2021). Lo spartiacque rispetto al quale gli autori provano a disegnare un futuro è il fatto della pandemia. Come accade di fronte ad ogni fatto storico al quale si intenda riconoscere il carattere di ‘evento’, cioè di marcatore di una discontinuità significativa, c’è da chiedersi se la pandemia si limiti ad acuire processi già in atto o se introduca elementi non preventivabili rispetto al pregresso, che configurano un paradigma effettivamente nuovo. Non che le due possibilità necessariamente si escludano; e quel che si ricava dal complesso dei contributi qui raccolti è che forse è troppo presto per affacciarsi sulla seconda ipotesi, mentre è sicuramente possibile rintracciare robuste e interessanti evidenze a conforto della prima. In ciascuno dei versanti esplorati, infatti, la pandemia emerge come cartina di tornasole che rimarca differenze (per esempio tra sistemi politici) e diseguaglianze (per esempio di reddito); che ribadisce carenze strutturali (per esempio del sistema sanitario o

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Paola Galimberti – OPEN SCIENCE: ALTMETRICS, IMPATTO E CONTROLLO DELLA QUALITÀ

(estratto da Paradoxa 1/2017) MISURARE LA RICERCA Mai come in questi ultimi anni l’enfasi posta sulla misurazione è stata più forte. C’è una richiesta di accountability alle università e agli enti di ricerca da parte del ministero e della società che si traduce nel dover dimostrare il proprio valore (quello del proprio gruppo di ricerca, della propria istituzione, della propria disciplina), nel rendicontare che gli investimenti fatti hanno dato dei buoni esiti, e questo viene fatto preferibilmente attraverso un numero (o diversi numeri). La fiducia nel numero è totale, perché il numero è freddo, oggettivo, comparabile, e più alto è e meglio è. In questa totale fiducia nella oggettività del numero spesso ci si dimentica di capire cosa quel numero esprima effettivamente, o gli si attribuiscono significati impropri. Il fine è la ricerca dell’eccellenza, quella della qualità, quella del ritorno sulla società degli investimenti fatti, ma gli effetti di queste pratiche di misurazione, sia sui comportamenti dei ricercatori che sulle scelte della governance, sono molto seri, talvolta hanno un carattere distorsivo e in alcuni casi hanno conseguenze (negative) irreversibili. I ricercatori sono posti sotto la pressione di dimostrare il loro valore attraverso la produzione di lavori scientifici, il maggior numero

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Paradoxa, ANNO XI – Numero 1 – Gennaio/Marzo 2017

Scienziati, giù dalla torre d’avorio! a cura di Riccardo Pozzo Paradosso: gli enti di ricerca pagano i loro prodotti 4 volte, spesso con fondi pubblici. Chi ci guadagna? Certo non gli autori, che anzi (altro paradosso) devono pagare i diritti di utilizzo dei propri stessi lavori. Si decide di parlare di scienza aperta, e ci si scopre a rimescolare il gran calderone delle aporie del processo di produzione scientifica. Ma che si intende poi, di fatto, per open science, e con quali (quanti!) problemi ci si trova a fare i conti?   Indice:

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Seminario – Modelli: Scienza e Conoscenza

Università di Praga, 20-21 Novembre 1992 I modelli, in quanto importanti strumenti concettuali di conoscenza, sono stati oggetto di riflessione in ispecie per alcune loro proprietà il cui studio potrebbe ampliare i fondamenti della conoscenza scientifica del modello prospettandolo come portatore di avvicinamento e di integrazione tra le varie scienze. Per questo il convegno ha affiancato relazioni su aspetti teorici relativi al modello a relazioni più specifiche di vari ambiti scientifici. Partecipanti: T. Arecchi, J. Bednar, J. Bicak, P. Blasi, G. Brenci, N. Dallaporta, J. Dvorak, F. Facchini, B. Fajkus, J. Fiala, J. Fischer, V. Frei, S. Galvan, I. M. Havel, I. Iacopini Arecchi, L. Krlin, P. Krtous, V. Kundrat, J. Langer, M. Lokajicek, A. Markos, Z. Neubauer, R. Palous, L. Paoletti, L. Paty, J. Podolsky, E. Pokova, J. Poliva, G. M. Prosperi, O. Semerak, P. Tundo, P. Vopenka. Agenda: VENERDI’ 20 Novembre h. 8,45 Saluto di benvenuto (Aula Parva del Carolinum) Prima sessione Moderatore: P. Blasi (Rettore – Università di Firenze) h.9,00-10,00 Evoluzione biologica e culturale: la lingua è soltanto un mezzo di sopravvivenza, od apre le finestre sulla realtà? F. Facchini (Università di Bologna) Intervento – J. Fiala (Università Carlo IV di Praga) Discussione h.10,00-11,00 I modelli contro

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V Incontro di Premi Nobel ed esperti – Uomo-ambiente e lo sviluppo mondiale raccordato

Uomo-ambiente e lo sviluppo mondiale raccordato: il contributo dell’alleanza operativa tra religione, scienza, economia, comunicazione Praga, 10-13 Novembre 1990 Affrontando i temi dello sviluppo, dell’ambiente, dell’uomo e dei suoi valori, il colloquio si è posto come punto di incontro tra le culture dell’est e dell’ovest europeo nell’intento di impostare un discorso antropologicamente fondato sull’uomo globale. Si è inteso, inoltre, riflettere sullo squilibrio economico mondiale prospettando un’economia raccordata che nel contempo salvaguardi la peculiarità delle singole espressioni culturali. Partecipanti: L. B. Archideo, G. Arcieri, V. Bajsic, A. Baudyscse, A. Bayer, P. Blasi, G. Brenci, F. Bucar, A. Capochichi, L. Cappugi, A. Capuder, I. Cornides, F. Cvelbar, L. De Backer, J. Dular, M. S. Elsheikh, L. Emmerji, E. Emovon, , S. Fuscagni, G. Galeotti, S. Grygiel, T. Halik, M. J. Higatsberger, R. Hill, P. Hünermann, J. Janik, H. Kakihana, P. Kampits, J. Karle, T. Kawata, V. Klaus, F. König, J. Kremer, E. Leitenberger, L. Lepri, C. Licciardo, O. Madr, V. Mathieu, I. Musu, V. Negri, P. C. Nicola, S. Ochoa, P. Okigbo, P. Pace, R. Palous, L. Paoletti , E. L. Paraiso, G. Prosperi, E. Pungor, A. Rigobello, N. A. Robinson, Z. Separovic, L. J. Sison, V. Stipetic, A. Stres, C. Valy

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II Incontro di Premi Nobel – La Scienza e l’uomo globale”

Roma, 6-9 Novembre 1987 Davanti alla crisi di unità dell’uomo, la scienza è chiamata ad uscire dalla neutralità etica che presume di rappresentare per inserirsi nell’ambito di un discorso globale che imprescindibilmente ritorni all’uomo. Il convegno, articolato in relazioni introduttive e in una tavola rotonda, si è concluso con le dichiarazioni dei Premi Nobel partecipanti all’iniziativa e con un documento finale. Nel documento, vengono evidenziate emergenze planetarie esemplari quali la mortalità infantile e l’AIDS, ma si sottolineano anche elementi di speranza, quali la crescente integrazione scientifica e il maggior spazio dato alla responsabilità e alle libertà individuali e si auspica un incremento della formazione scientifica accompagnato da una crescente apertura al sapere umanistico. La riunificazione del sapere viene vista come risposta possibile alla richiesta di uno sviluppo attento all’uomo, in un’epoca di grandi opportunità e grandi rischi. Partecipanti: P. Blasi, G. Debreu, J. Eccles, L. Esaki, E. O. Fischer, V. L. Fitch, J. Karle, F. König, R. Levi Montalcini, V. Mathieu, N. F. Mott, S. Ochoa, L. Paoletti, A. A. Penzias, I. Prigogine, C. Rubbia, B. I. Samuelsson, T. H. Weller, R. S. Yalow  

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Convegno Internazionale – Una nuova speranza per la sicurezza e la cooperazione in Europa

Il contributo di un’Alleanza operativa tra religione, scienza, economia e comunicazione per l’attuazione dell’Atto finale di Helsinki Vienna, 19-20 Settembre 1986 L’incontro ha avuto per tema lo stato delle relazioni internazionali a undici anni dalla firma dell’Atto finale di Helsinki sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa. Personalità del mondo politico e diplomatico hanno riflettuto sui molti passi ancora da compiere per arrivare ad una vera cultura della pace e di cooperazione tra le diverse parti d’Europa. L’attenzione, più che sui rapporti tra gli Stati, si è appuntata sulla dimensione umana, e precisamente sui diritti individuali, come quel campo nel quale più rimane da lavorare. Nova Spes, attraverso il lavoro comune di operatori dei diversi ambiti del sapere e delle attività umane, intende collocare l’uomo al centro degli impegni dei paesi firmatari dell’Atto di Helsinki per promuovere, attraverso un autentico rispetto dei diritti individuali e una maggiore cooperazione internazionale in questa direzione, una cultura della pace. Partecipanti: H. Beach, E. Colombo, J. Hersch, L. R. Klein, F. König, B. Kreisky, O. Lambsdorff, V. Mathieu, H. Sassmann, A. Silvestrini, C. F. von Weizsäcker

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Incontro – La Proposta dell’Alleanza operativa tra religione, scienza, economia e comunicazione

Castel Sant’Angelo, Roma, 27 Giugno 1986 Introdotta da una relazione del cardinale Franz König, la tavola rotonda e la successiva discussione tra specialisti e operatori di diversi campi disciplinari ha cercato di mettere a fuoco le difficoltà e i rischi di un progresso che non guardi all’essere dell’uomo nella sua interezza. Un progresso equilibrato deve essere rispettoso di tutte le espressioni dell’uomo, quali il credere, il pensare, l’agire e il comunicare e delle sfere di attività che da queste espressioni nascono. Il dibattito si è soffermato sulla cooperazione possibile tra queste diverse sfere, quella della religione, della scienza, dell’economia e della comunicazione, come risposta ai problemi sempre più interdipendenti che il genere umano ha di fronte. Questa risposta culturale intende favorire la formazione dell’uomo globale, cioè di un uomo non diviso al suo interno, capace di relazioni armoniche con i suoi simili e con l’ambiente che lo circonda. Partecipanti: P. Blasi, A. Falck, F. König, G. Letta, V. Mathieu, M. Zago Agenda: h 12.00 Udienza pontificia LA SITUAZIONE h 16.30 Cardinale Franz König, Presidente-Fondatore di Nova Spes Il malessere della società di oggi: l’uomo diviso. h 17.00 Tavola rotonda UNA PROPOSTA-PROGETTO – Recupero dell’uomo globale: interazione tra religione, scienza, comunicazione,

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AA.VV., Per una scienza aperta, Roma 1989, pp. 121

1989 - Per una scienza aperta

P. Blasi, G. Brenci, N. Dallaporta, G. Del Re, F. Facchini, A. Guerritore, G. Melzi, L. Paoletti, G. Prosperi Dalla riflessione sullo specifico contributo che la conoscenza scientifica può dare ad una considerazione dell’uomo inteso come globalità emerge l’inadeguatezza di uno schema che vede collocati su piani non comunicanti i diversi tipi di conoscenza. L’uomo di scienza – in virtù dello stimolo conoscitivo che lo anima e per la sua formazione – è particolarmente sensibile a recepire quanto proviene da altri piani dell’esperienza umana e quindi disponibile a concorrere alla ideale ricostruzione dell’unità della persona.

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