Laura Paoletti – MARGINI DI MANOVRA

(editoriale di Paradoxa 1/2019) Uno degli obiettivi con cui nasce «Paradoxa» – non tanto come rivista, quanto come operazione culturale – è quello di aiutare il non specialista a dare una forma più precisa alle proprie domande, curiosità, convinzioni, per lo più inespresse, grazie al lavoro di specialisti che, prestandosi a sconfinare dal proprio territorio, riescono spesso a ribaltare quel che per lo più si crede o si pensa, quasi a propria insaputa. In fascicoli particolarmente tecnici, come questo, tale (felice) dinamica risulta particolarmente evidente. È sensazione diffusa che l’economia sia il vero luogo in cui si concentra oggi il potere e in cui accadono decisioni rispetto a cui la politica non può che adeguarsi. Mercati finanziari e multinazionali sono i veri attori capaci di determinare, secondo i propri interessi, l’accadere degli eventi; e una realtà politica, e politicamente fragile, come l’Unione Europea, che assomma le debolezze dei singoli paesi membri, appare come un orpello inutile e peggio dannoso. In netta controtendenza con questa narrazione diffusissima e probabilmente vincente sotto il profilo del consenso, questo fascicolo rilancia l’idea di una politica economica. Praticando la distinzione, ovvia per gli specialisti, meno per gli altri, tra l’economia (reale) e l’Economia (teorica) i

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Lapo Berti e Marcello Messori – IL LIBERALISMO E GLI ECONOMISTI ITALIANI

1. Il liberismo come problema terminologico? Fra le lingue più diffuse nel mondo, quella italiana è la sola a contemplare la distinzione fra “liberalismo” e “liberismo”. Per esempio, l’Enciclopedia Treccani definisce il primo termine come un “movimento di pensiero e di azione politica, che riconosce all’individuo un valore autonomo e tende a limitare l’azione statale in base a una costante distinzione di pubblico e di privato”, e il secondo termine come un “sistema imperniato sulla libertà del mercato, in cui lo Stato si limita a garantire con norme giuridiche la libertà economica e a provvedere soltanto ai bisogni della collettività che non possono essere soddisfatti per iniziativa dei singoli […]”. Questa duplice definizione, che identifica il liberalismo con una concezione filosofico-politica e riserva al liberismo il campo dell’economia, non è un semplice curiosum. Al di là degli intenti che l’hanno generata, essa testimonia di quella separazione meccanica fra liberalismo politico e liberalismo economico che sta alla base della riflessione dei liberali italiani e che ha agevolato il travisamento della dottrina liberale classica da parte dei nostri economisti (cfr. sotto, par. 5 e 6). A sua volta, tale separazione è stata innescata dall’assenza in Italia di un’esperienza politicamente significativa di liberalismo,

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Danilo Breschi – QUELLO SCHMITTIANO DI GIULIO TREMONTI

Quella che segue non intende essere la recensione ad un libro che ha già fatto tanto discutere e che, adesso che il suo autore è tornato alla guida della politica economica del Paese, può diventare una sorta di cartina di tornasole dell’ideologia non solo del dicastero dell’Economia ma dell’intera compagine governativa. Potrà persino fungere in un prossimo futuro da misuratore di quanto il testo contenesse solo parole di teoria, oppure, al contrario, punti di un programma che ha inteso farsi governo dell’Italia e progetto strategico per l’Unione Europea. Non mi soffermerò dunque sull’intero contenuto del breve ma densissimo pamphlet che Giulio Tremonti ha dato alle stampe nel mese di marzo, intitolandolo La paura e la speranza (Mondadori). Mi limito solo a dire, prendendo a prestito la battuta di un amico, che c’è molta più paura che speranza nelle pagine tremontiane. O almeno il lettore, finito il libro, esce agitato interiormente più dal primo sentimento che dal secondo. Soprattutto se di economia ne sa poco o nulla. Allora, sì, che le cifre e le proiezioni statistiche, le descrizioni dei flussi finanziari contenute nel volume giganteggiano come mostruose figure da incubo e la lucidità si perde pagina dopo pagina, fino al punto

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Convegno – Conflitto e mercato: Verso un’economia del conflitto?

Forme e gestione dei conflitti nelle società complesse 26 maggio 2004, Roma LUMSA – Aula Magna – Borgo Sant’Angelo, 13 Con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri Si moltiplicano gli studi sulle patologie interne al capitalismo e sempre più sembra legittimo parlare di un’economia del conflitto, così come si parla di economia di guerra: errore di prospettiva di uno sguardo direttamente coinvolto in ciò che osserva, o mutamento effettivo nel tessuto dei rapporti socio-economici? La tesi «conflittocentrica» privilegia una considerazione sincronica eccessivamente attenta alle iperboli mediatiche o misura davvero il livello attuale dello scontro economico-sociale su quello raggiunto nel passato prossimo della Guerra Fredda? Da Marx a Weber, da Simmel a Luhmann, pensare il conflitto significa costruire una teoria della società: è dunque a questo livello che il problema deve essere affrontato, così da poter distinguere il «conflitto» dalle nozioni correlate di «concorrenza» e di «competizione», con le quali spesso viene identificato e forse confuso. E se, lungi dal rappresentare un fenomeno patologico, il conflitto fosse elemento interno alla nuova fisiologia propria di ogni assetto societario che abbia superato una determinata soglia critica? E se il conflitto non fosse semplicemente alternativo alla cooperazione? Domande teoriche, certo, ma non

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Convegno – Dal bisogno alla domanda – Volontariato e economia sociale tra gratuità e interesse

Roma, 20 giugno 2002 Atti del convegno Partecipanti:  E.Alecci, M. Brugnoletti, L. Cappugi, M. Caroli, L. Consolo, L. De Filippi, G. Fiorentini, G. Galimberti, M. Giordano, F. Marzocchi, V. Mathieu, M. M. Olivetti, L. Paoletti, G. Sestini, M. Viezzoli, S. Zamagni Agenda: MATTINA 9,30 L’ambiguità del donoIntroduzione Laura Paoletti, storia della filosofia, Univ. Roma Tre, Segretario generale della Fondazione Nova SpesModeratore Paolo Blasi, fisica sperimentale, Univ. di Firenze, Membro Consiglio Direttivo CNR Interventi Marco M. Olivetti, filosofia della religione, Preside della Fac. di Filosofia, Univ. La Sapienza, Roma Stefano Zamagni, economia politica, Univ. di Bologna, Johns Hopkins University Vittorio Mathieu, filosofia morale, Univ. di Torino, accademico dei Lincei 11,30 Pausa Caffè 11,15 Governare l’impresa sociale: molte regole o una legge?Massimiliano Brugnoletti, studio legale Brugnoletti e associati POMERIGGIO 14,45 I principi e le testimonianze Luigi Cappugi, politica economica, Univ. della Tuscia, Viterbo 15,00 Intervento del Ministro del Welfare  Roberto Maroni 15,30 Maura Viezzoli, Segretario Generale CISP Loris De Filippi, Responsabile reclutamento danitario, Medici senza Frontiere Italia 16,30 Tavola  Rotonda – L’impresa sociale e i suoi mercati Moderatore Partecipanti Riccardo Bonacina, Direttore Editoriale Settimanale Vita Partecipanti Emanuele Alecci, Movi, Matteo Caroli, Anima, Livia Consolo, CGM Gino Mattarelli, Giorgio Fiorentini, economia delle aziende

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Lezioni pubbliche – Le sfide dell’economia all’etica

LEZIONI PUBBLICHE DEL GIOVEDI’ , in collaborazione con la Pontificia Università Gregoriana, Novembre 1994 – Gennaio 1995 Relatori e temi del ciclo di lezioni 10 Nov Introduzione generale corso. L’evoluzione recente della Dottrina Sociale della Chiesa: chiavi di lettura. P. G. Pittau e P. S. Bernal – Pontificia Università Gregoriana, Roma 17 Nov Ineguaglianze e andamenti demografici nell’economia globale: il dopo Cairo. Prof. Luigi Campiglio – Università Cattolica, Milano 24 Nov La crisi della relazione uomo-ambiente e lo sviluppo umano sostenibile. Prof. Ignazio Musu – Università di Venezia 1 Dic Globalizzazione e regionalizzazione come specificità dell’economia post-industriale: implicazioni economiche ed etiche. Prof. Stefano Zamagni – Università di Bologna 15 Dic Le degenerazioni del mercato: corruzione, criminalità, usura. Prof. Flavio Delbono – Università di Bologna 22 Dic Il sistema finanziario internazionale e l’urgenza di riforme delle sue istituzioni. Dr. Antonio Fazio – Governatore della Banca d’Italia, Roma 12 Gen Il federalismo oggi possibile: implicazioni di modelli diversi di federalismo economico. Prof. Piero Giarda – Università Cattolica, Milano 19 Gen Il disegno economico-istituzionale di un nuovo modello di stato sociale. Prof. Benedetto Gui – Università di Venezia 26 Gen Il problema dell’occupazione nella società post-industriale: una nuova prospettiva della Dottrina Sociale della

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Seminario – Ricerche sull’economia delle istituzioni: governi e privatizzazione

Università di Praga, 4-5 Ottobre 1992 Il seminario, riprendendo il tema dibattuto in Ciò che il mercato può – e non può fare, si è soffermato sulle forme in cui l’influenza del mercato sulla cultura e sui valori incide sulla possibilità stessa di uno sviluppo umano globale. In particolare si è considerato il rapporto mercato-motivazione individuale-risultati finali e il problema della privatizzazione con riferimento all’esperienza ceca e italiana. Partecipanti: J. Alan, V. Benacek, A. Breton, L. Campiglio, L. Cappugi, J. Chlumsky, E. Chmatalova, F. Delbono, G. Ecchia, G. Galeotti, B. Gui, J. Havel, M. Horniacek, V. Izak, K. Janacek, S. Janackova, J. Kabele, I. Kaderka, J. Kamenicek, M. Kapl, I. Kemenyova, L. Klausova, J. Koderova, K. Kouba, I. Koubek, M. Mejstrik, P. Mertlik, J. Mladek, L. Mlcoch, I. Musu, M. Necadova, A. Nesporova, M. Petrusek, K. Pulpan, L. Rychetnik, M. Sojka, T. Tepper, L. Urban J. Vecernik, A. Wojtina, M. Zak, S. Zamagni Agenda: VENERDI’ 16 Ottobre h. 9,30 – 18,15 h 9,00 – 9,30 Saluto di benvenuto del Rettore dell’Università Carlo IV di Praga, Radim Paolous Prima Sessione Moderatore: Gianluigi Galeotti (Università La Sapienza – Roma) h.9,30-11,00 Mercati, culture e valori Albert Breton (Università di Toronto) Intervento – Jan

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V Incontro di Premi Nobel ed esperti – Uomo-ambiente e lo sviluppo mondiale raccordato

Uomo-ambiente e lo sviluppo mondiale raccordato: il contributo dell’alleanza operativa tra religione, scienza, economia, comunicazione Praga, 10-13 Novembre 1990 Affrontando i temi dello sviluppo, dell’ambiente, dell’uomo e dei suoi valori, il colloquio si è posto come punto di incontro tra le culture dell’est e dell’ovest europeo nell’intento di impostare un discorso antropologicamente fondato sull’uomo globale. Si è inteso, inoltre, riflettere sullo squilibrio economico mondiale prospettando un’economia raccordata che nel contempo salvaguardi la peculiarità delle singole espressioni culturali. Partecipanti: L. B. Archideo, G. Arcieri, V. Bajsic, A. Baudyscse, A. Bayer, P. Blasi, G. Brenci, F. Bucar, A. Capochichi, L. Cappugi, A. Capuder, I. Cornides, F. Cvelbar, L. De Backer, J. Dular, M. S. Elsheikh, L. Emmerji, E. Emovon, , S. Fuscagni, G. Galeotti, S. Grygiel, T. Halik, M. J. Higatsberger, R. Hill, P. Hünermann, J. Janik, H. Kakihana, P. Kampits, J. Karle, T. Kawata, V. Klaus, F. König, J. Kremer, E. Leitenberger, L. Lepri, C. Licciardo, O. Madr, V. Mathieu, I. Musu, V. Negri, P. C. Nicola, S. Ochoa, P. Okigbo, P. Pace, R. Palous, L. Paoletti , E. L. Paraiso, G. Prosperi, E. Pungor, A. Rigobello, N. A. Robinson, Z. Separovic, L. J. Sison, V. Stipetic, A. Stres, C. Valy

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III Incontro di Premi Nobel – L’economia e lo sviluppo globale dell’uomo e della società

Castelgandolfo, 21-25 Giugno 1988 Il convegno è giunto alla conclusione che l’economia, quale componente essenziale dello sviluppo umano, dovrà, per attuare le sue finalità, concorrere alla realizzazione della singola persona guardando ai propri problemi in un’ottica più ampia, globale. In primo luogo dovrà intervenire affinché, attraverso un riequilibrio della situazione economica mondiale, venga garantita a tutti un’esistenza degna di un essere umano. Gli specialisti impegnati nella discussione oltre a trattare le linee generali del rapporto tra etica ed economia, si sono confrontati con problemi più specifici di un’economia che si globalizza: l’instabilità dei mercati e la loro regolamentazione, i problemi legati alla povertà e al debito, le soluzioni tecniche per promuovere lo sviluppo. Nel documento conclusivo del convegno si insiste sulla necessità di uno sviluppo attento alla qualità della vita, alla centralità del lavoratore, all’umanità dell’azienda, all’ambiente e si sollecita Nova Spes a farsi promotrice, attraverso contatti con personalità della cultura, di uno sviluppo globale ispirato a questi principi. Atti Pubblicazioni: AA.VV., L’economia e lo sviluppo globale della persona e della società, a cura di V. Mathieu, Roma, Edizioni della Fondazione Internazionale Nova Spes, 1989 Partecipanti: K. J. Arrow, P. T. Bauer, A. Bayer, M. Brighi, H. Campos Menéndez, P.

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