Paradoxa, ANNO XII – Numero 4 – Ottobre/Dicembre 2018

Giovani e futuro della politica Oltre il disincanto a cura di Gianfranco Pasquino Sdraiati o squali, stesi sul divano o impegnati a scivolare nel gran mare di possibilità più o meno virtuali del contemporaneo, i giovani sembrano colpire l’immaginario per la loro mono-dimensionalità, per l’assenza di una proiezione verticale che renda loro possibile sollevare la testa dal qui e ora. Ma forse c’è di più. Forse val la pena andare oltre il (vero o presunto) disincanto dei ‘millennials’ per la politica, cercando per loro nuove angolazioni, nuove dimensioni. Interrogarsi sul rapporto tra giovani e politica è, inevitabilmente, interrogarsi sul futuro: il loro, ma anche quanto rimane del nostro. È cercare di capire che cosa diventerà l’Italia e che cosa ne sarà dell’Europa.   Indice:

Continua

Paradoxa, ANNO XII – Numero 3 – Luglio/Settembre 2018

Scuola e digitale a cura di Adriano Fabris La scuola, oggi, vive in un paradosso. Il digitale preme per entrare in classe, ma spesso le porte rimangono chiuse: a mostrare diffidenza, proprio chi educa i giovani a comprendere la realtà nel loro linguaggio. Ebbene, quel linguaggio, oggi, passa per la tecnologia: è impensabile quindi fare come se non esistesse. E allora dove, se non a scuola, i ragazzi possono imparare a fare ricerche su Google, usare Ipad e Kindle, navigare nei social network con consapevolezza, metodo e buon senso? E per altro verso come, se non attraverso la tecnologia, la scuola può ridefinire ruoli e spazi educativi per ottimizzare l’apprendimento? Portare il digitale a scuola, allora, non significa solo consentire l’ingresso a smartphone e tablet, ma ripensare, in modo strutturale, l’insegnamento. Una sfida tutta da ingaggiare, si dirà. Noi, intanto, abbiamo lanciato il guanto.   Indice:

Continua

Paradoxa, ANNO XII – Numero 2 – Aprile/Giugno 2018

Il ’68 italiano Radici storiche e culturali a cura di Dino Cofrancesco Il ’68 italiano segna uno spartiacque, nella storia del Novecento? Di certo, non è semplice darne un quadro unitario: si può parlare di rivolta studentesca, emancipazione sessuale, ribellione all’autorità, lotta di classe; si può parlare di antifascismo, dichiarato e rivendicato in nome di una ideale continuità con la Resistenza; si può parlare della sua eredità oggi. Ma sono chiavi di lettura per comprendere un cambiamento epocale, o piuttosto miti storiografici per provare a rendere coerente e omogeneo un fenomeno che, tanto omogeneo, non è? Si può parlare fino in fondo di una demarcazione epocale, quando non si riesce a delimitare la stessa linea di confine?   Indice:

Continua

Paradoxa, ANNO XII – Numero 1 – Gennaio/Marzo 2018

Tempi (neo)moderni a cura di Roberto Mordacci Nel tentative di rispondere alle questioni ultime del nostro stare a1 mondo, possiamo dirci ancora ‘moderni’? Una risposta positiva non è affatto scontata. Parte della filosofia del Novecento risponde di no: morte del soggetto, fine delle grandi narrazioni, nichilismo, post-verità compongono una categoria, quella di post-modernità, che è da subito una dichiarazione d’intenti. La risposta alla crisi però deve passare per forza attraverso la rinuncia alla domanda sul senso? La sfida di questo numero sta proprio qui: e se fosse giunto il momento di dissotterrare alcune delle grandi questioni – la verità, il soggetto, il senso della storia – che il post-moderno aveva provato a seppellire? Se fosse giunta l’ora di dirci, di nuovo, ‘moderni’? Indice:

Continua

Paradoxa, ANNO XI – Numero 4 – Ottobre/Dicembre 2017

Punire il reo o guarire la vittima? La giustizia riparativa a cura di Umberto Curi Il diritto penale si fonda sulla retribuzione: al reato corrisponde una pena proporzionale. Ma il nesso che lega colpa e pena è davvero razionale e logico come sembra? O risponde ad istanze Che non sono necessariamente ’giuste’? Proprio partendo dalla convinzione che la punizione non basti a lavare la colpa, prende le mosse una concezione di giustizia che preferisce ‘riparare’, ovvero rigenerare, più che controbilanciare: una giustizia che riconosce un ruolo prioritario alla vittima, prima ancora che al reo. Un modello innovativo e controverso, che invita a raccogliere una provocazione radicale: ma siamo proprio sicuri, noi, che la giustizia, per esser tale, non debba guardare in faccia a nessuno? Indice:

Continua

Paradoxa, ANNO XI – Numero 3 – Luglio/Settembre 2017

Madri, oggi a cura di Luisella Battaglia Il problema è tutto in quel plurale, ‘madri’. Si può essere madre genetica, biologica, putativa senza che le tre figure coincidano. In una società più attenta alle differenze (e alle identità) di genere, riconfigurata nel profondo dalle nuove possibilità aperte dalla tecnologia, crollano molti impedimenti all’essere madre, e altri insorgono. La donna che dà il proprio utero in affitto è ‘più’ o ‘meno’ madre di chi alleverà il bambino? Non è possibile fare un confronto, specie quando ci mancano alla base le categorie (etiche, ermeneutiche) per articolarlo. Di qui la domanda, radicale e ormai ineludibile: chi è – o meglio chi sono, oggi, le madri?   Indice:

Continua

Paradoxa, ANNO XI – Numero 2 – Aprile/Giugno 2017

Le società (in)civili a cura di Gianfranco Pasquino Associazionismo: mettersi insieme è sempre un bene? Magistrati, parlamentari, giornalisti, docenti universitari sembrano spesso avere un piede di qua e uno di là, in bilico su quel sottile confine tra associazione e corporativismo, organizzazione e casta, là dove il capitale sociale non costruisce ponti, ma sembra innalzare muri. Società incivile, allora? Le cose non sono così semplici, specie quando la posta in gioco è la democrazia.   Indice:

Continua

Paradoxa, ANNO XI – Numero 1 – Gennaio/Marzo 2017

Scienziati, giù dalla torre d’avorio! a cura di Riccardo Pozzo Paradosso: gli enti di ricerca pagano i loro prodotti 4 volte, spesso con fondi pubblici. Chi ci guadagna? Certo non gli autori, che anzi (altro paradosso) devono pagare i diritti di utilizzo dei propri stessi lavori. Si decide di parlare di scienza aperta, e ci si scopre a rimescolare il gran calderone delle aporie del processo di produzione scientifica. Ma che si intende poi, di fatto, per open science, e con quali (quanti!) problemi ci si trova a fare i conti?   Indice:

Continua

Paradoxa, ANNO X – Numero 4 – Ottobre/Dicembre 2016

Maledetto lobbying! La società aperta e le sue lobby A cura di Marco Valbruzzi Il dibattito pubblico italiano non brilla certo per limpidezza e chiarezza. Molte categorie concettuali e altrettante espressioni politiche sono spesso utilizzate, anche dai cosiddetti operatori dell’informazione, in maniera assolutamente distratta e distorta. L’esempio migliore di questo infelice stato dell’arte ci è fornito, probabilmente, dalla parola «lobby»: in Italia più che altrove, questa parola è stata caricata di significati negativi che rimandano a fenomeni di tutt’altro genere, a partire dal semplice malaffare per finire con la corruzione più sfrenata. Ben consapevole che invertire la rotta sia un’impresa tutt’altro che semplice, il curatore Valbruzzi invita a provare a pensare al fenomeno lobbistico in modo più equilibrato. Siamo alla vigilia dell’attesa approvazione del Registro dei rappresentanti di interessi alla Camera dei Deputati, eppure, sottolineano curatore e più d’uno tra gli autori, parlare di ‘trasparenza’ e di ‘regolamentazione’ è una condizione sì necessaria, ma insufficiente. Occorre pensare concretamente il ruolo dei gruppi di interesse nella vita politica, le possibilità di mediazione e informazione civica, la spinta propulsiva nell’equilibrare e riequilibrare i vari gruppi in gioco, bene pubblico e interessi privati. Avvalendosi anche del contributo diretto dei principali esponenti di alcune

Continua

Paradoxa, ANNO X – Numero 3 – Luglio/Settembre 2016

Oltre la crisi dei rifugiati. Le tante facce dell’immigrazione in Italia A cura di Tiziana Caponio La storia migratoria del nostro Paese si colloca in un quadro comune a tutta la UE, ovvero l’intreccio di tre crisi che, con intensità e in modo diverso, hanno influenzato il dibattito politico e gli interventi di policy dell’Unione: la crisi dell’integrazione, quella economica e, soprattutto, la crisi dei rifugiati rappresentano la trama principale per dar conto della complessità dei flussi migratori. E questo è proprio il tentativo compiuto da questo fascicolo. Si pensi, ad esempio, a come la crisi dei rifugiati sta mettendo a dura prova il diritto di asilo, uno dei pilastri stessi della cultura europea dei diritti (aspetto, questo, sul quale si sofferma Sciortino). Ma le sfaccettature sono molteplici, e una disamina efficace del fenomeno migratorio deve tenerne conto. Sul piano economico allora, seguendo l’indagine di Anastasia, si esamina l’impatto della recente crisi finanziaria sui flussi migratori: a quali livelli è penetrata, quali categorie ne sono state maggiormente colpite. Sul piano dell’integrazione, ci si interroga piuttosto su quali siano le politiche comunitarie in tema di migrazioni: su questo aspetto, Ferrera offre all’indagine una categoria, quella di ‘ospitalità’, che potrebbe aiutare a

Continua