Mario Morcellini – LA SCISSIONE GIOVANI/SOCIETÀ. UNA TERRA DESOLATA

(Estratto da Paradoxa 4/2022) La completezza resta l’obiettivo della ricerca intellettuale… e quanto più sensibile è l’apprensione dell’incompiuto, tanto più forte è il richiamo della totalità. Thomas Harrison, L’arte dell’incompiuto I cambiamenti nella condizione giovanile disegnano una vera e propria cosmologia di novità, al punto che i termini ‘crisi’ e ‘rischio’ sono sovrarappresentati rispetto a quelli di ‘speranza’ e ‘futuro’. Quanto più siamo incerti nel disegnare una nuova cartografia, tanto più ricorriamo a un lessico talora esoterico come quello che fa riferimento a supposti mutamenti antropologici. È complessivamente una concettualizzazione incerta, ma resta vero che la concentrazione di crisi strutturali e culturali che i giovani pagano finisce per aumentare il fossato tra la nostra conoscenza e la messa in scena dei loro comportamenti, quasi sempre collegati a una iperstimolazione da parte della comunicazione soprattutto digitale, che oggi sembra quasi l’unico testamento cui i nuovi venuti si appoggiano. È ovviamente difficile costruire tipologie narrative di esistenze sempre più complesse e ora scosse dalla doppia emergenza della pandemia e di una guerra insensata. Eppure una situazione così disarticolata apre per definizione ad una visione che promette significative scoperte empiriche e teoriche, a condizione che il nostro sapere sappia seguire con attenzione l’impatto

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Laura Paoletti – NOI E/O LORO

(Editoriale di Paradoxa 4/2022) C’era una volta, molti anni fa, un momento preciso della giornata – per l’esattezza le 23.30 in punto – in cui l’Italia tutta si ritrovava affratellata da un sottile senso di angoscia: era quando, sullo sfondo di un cielo nuvoloso e col sottofondo mesto e solenne delle Armonie del pianeta Saturno di Roberto Lupi, lo schermo televisivo mostrava il lento movimento di un traliccio che preludeva alla comparsa della fatidica scritta: «Fine delle trasmissioni». Lo stop alla comunicazione era unilaterale e irrevocabile: da quel momento, fino al giorno successivo, la televisione non aveva più niente da dire o da offrire, e non c’erano alternative. La resa dell’utente era inevitabile. Il sottotitolo di questo fascicolo evoca del tutto consapevolmente quello stesso senso di smarrimento, appena attutito da un punto di domanda, che si prova quando si è, come si dice, piantati in asso; e lo fa selezionando subito su base anagrafica la comunità in grado di cogliere l’allusione preistorica: una comunità che si raccoglie attorno allo sgomento provocato dall’eventualità, sentita come nient’affatto remota, che si interrompa la trasmissione nel senso più radicale del termine, quello del tramandamento, della tradizione, di quel passaggio di consegne tra generazioni, senza

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Paradoxa, Anno XVI – Numero 4 – Ottobre/Dicembre 2022

Paradoxa 4/2022 - Copertina

Giovani e società. Fine della trasmissione? a cura di Mario Morcellini Il fascicolo si pone la domanda circa la possibilità che i giovani, nel passaggio generazionale di oggi, siano radicalmente disinteressati ad ogni interazione comunicativa tradizionale. Che la linea di trasmissione che consegna il passato alla nuova generazione si sia, di fatto, interrotta? I giovani da un lato, la società dall’altro?  ‘Loro’, virtualmente iperconnessi e di fatto isolati, colpiti da una pandemia che li ha resi più fragili; apparentemente refrattari a politica, cultura, religione, informazione. ‘Noi’, la società che variamente li guarda con curiosità, paternalismo, tenerezza, disapprovazione. A ben vedere, tuttavia, la situazione è più complessa di una semplice contrapposizione. La socializzazione assume nuove (piatta)forme di partecipazione. Responsabilità civica, giustizia sociale, solidarietà costruiscono nuove vie di comunicazione, nuovi obiettivi.    

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Laura Paoletti – LA DIMENSIONE ASSENTE

(editoriale di Paradoxa 4/2018) Tra l’immagine utilizzata qualche anno fa dal non più giovanissimo Michele Serra per riferirsi ai ‘giovani’ – Gli sdraiati (Feltrinelli, 2013) – e l’autodescrizione di un giovane doc come lo scrittore Giacomo Mazzariol – Gli squali (Einaudi, 2018) – c’è un punto di contatto, che fa premio sul conflitto (forse intergenerazionale) tra la staticità della prima e la fluidità della seconda: la dimensione dell’orizzontalità. Sdraiati o squali, stesi sul divano o impegnati a scivolare nel gran mare di possibilità più o meno virtuali del contemporaneo, i giovani sembrano colpire l’immaginario collettivo per la loro monodimensionalità, per l’assenza di una proiezione verticale che renda loro possibile sollevare la testa, mettersi a distanza dal qui ed ora e guardarlo da una prospettiva diversa da quella di chi vi è semplicemente immerso. Se questo fosse vero, il problema del loro rapporto con la politica non potrebbe più esser contenuto nel luogo comune, e asfittico, di un generico disinteresse, ma dovrebbe esser posto in termini più profondi (appunto), chiamando in causa proprio la dimensione assente, provando per lo meno a darle un nome. Questo è esattamente quel che accade nelle pagine che seguono, che sollecitano il lettore a una duplice operazione. La

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Paradoxa, ANNO XII – Numero 4 – Ottobre/Dicembre 2018

Giovani e futuro della politica Oltre il disincanto a cura di Gianfranco Pasquino Sdraiati o squali, stesi sul divano o impegnati a scivolare nel gran mare di possibilità più o meno virtuali del contemporaneo, i giovani sembrano colpire l’immaginario per la loro mono-dimensionalità, per l’assenza di una proiezione verticale che renda loro possibile sollevare la testa dal qui e ora. Ma forse c’è di più. Forse val la pena andare oltre il (vero o presunto) disincanto dei ‘millennials’ per la politica, cercando per loro nuove angolazioni, nuove dimensioni. Interrogarsi sul rapporto tra giovani e politica è, inevitabilmente, interrogarsi sul futuro: il loro, ma anche quanto rimane del nostro. È cercare di capire che cosa diventerà l’Italia e che cosa ne sarà dell’Europa.   Indice:

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