Laura Paoletti – LOBBISTI A MODO NOSTRO. DIECI ANNI DI «PARADOXA»

(editoriale di Paradoxa 4/2016) È frutto di un caso. Ma che il decimo compleanno di «Paradoxa» cada in un fascicolo dedicato al tema delle lobby è una circostanza fortunata, oltre che fortuita, perché mette in risalto, come meglio non si potrebbe, due tratti salienti della fisionomia della rivista. Il primo, nomen omen, è la paradossalità: in queste pagine viene, infatti, argomentata una tesi che concede molto poco all’opinione comune; una tesi che non solo non è populista, ma che non è nemmeno popolare. A fronte dell’idea diffusa per cui gli interessi corporativi di notai, farmacisti, magistrati, tassisti, sindacati, professori, e via categorizzando, rappresentano il nemico pubblico numero uno del pubblico interesse, gli autori convergono sostanzialmente nell’affermare che le lobby sono in linea di principio un elemento essenziale della vita democratica. Lasciamo al lettore il gusto di confrontarsi con le ragioni che consentono di sostenere una simile posizione: conta sottolineare, qui, che il tentativo sistematico di non cedere mai al punto di vista più ovvio è un filo importante della trama di questi dieci anni; un filo che parte dal primo numero sul carattere positivo del ‘conflitto’ e lega i tanti tentativi di decostruzione di termini utilizzati nel dibattito pubblico come

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Paradoxa, ANNO X – Numero 4 – Ottobre/Dicembre 2016

Maledetto lobbying! La società aperta e le sue lobby A cura di Marco Valbruzzi Il dibattito pubblico italiano non brilla certo per limpidezza e chiarezza. Molte categorie concettuali e altrettante espressioni politiche sono spesso utilizzate, anche dai cosiddetti operatori dell’informazione, in maniera assolutamente distratta e distorta. L’esempio migliore di questo infelice stato dell’arte ci è fornito, probabilmente, dalla parola «lobby»: in Italia più che altrove, questa parola è stata caricata di significati negativi che rimandano a fenomeni di tutt’altro genere, a partire dal semplice malaffare per finire con la corruzione più sfrenata. Ben consapevole che invertire la rotta sia un’impresa tutt’altro che semplice, il curatore Valbruzzi invita a provare a pensare al fenomeno lobbistico in modo più equilibrato. Siamo alla vigilia dell’attesa approvazione del Registro dei rappresentanti di interessi alla Camera dei Deputati, eppure, sottolineano curatore e più d’uno tra gli autori, parlare di ‘trasparenza’ e di ‘regolamentazione’ è una condizione sì necessaria, ma insufficiente. Occorre pensare concretamente il ruolo dei gruppi di interesse nella vita politica, le possibilità di mediazione e informazione civica, la spinta propulsiva nell’equilibrare e riequilibrare i vari gruppi in gioco, bene pubblico e interessi privati. Avvalendosi anche del contributo diretto dei principali esponenti di alcune

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