V. MATHIEU, Per una cultura dell’essere, Roma, Armando, 1998, pp. 93

1998 - Per una cultura dell'essere

Se la cultura è un processo attraverso cui l’uomo si avvicina all’essere, si può parlare di un primato della cultura: non perché l’attività culturale sia una tra tante altre, e superiore ad esse; bensì perché il suo essere non è una realtà data, acquisita una volta per tutte, bensì una finalità da raggiungere, una capacità da sviluppare. L’atomizzazione e la massificazione della vita, disconoscendo la natura della persona umana, producono il contrario di quella socialità che si cerca, confondono l’unità spirituale con una unità meccanica. L’unità dell’essere umano è potenza unificatrice del diverso, che non si appropria dell’altro per farsene un possesso, ma, al contrario, fa essere l’altro nella sua autonoma alterità, e lo lascia disponibile per tutti. Nel promuovere un’unità siffatta, inclusiva e non esclusiva, consiste la cultura. Alla luce della situazione di smarrimento dell’uomo contemporaneo dovuta alla perdita di riferimenti ideali si avverte la necessità di delineare un orizzonte dei valori fondato su una morale propositiva, non più come insieme di norme bensì, come proposta di contenuti positivi conferenti alla vita senso e pienezza di realizzazione.

Continua

AA.VV., Il problema della fedeltà ermeneutica…, a cura di V. Mathieu e L. Paoletti, Roma, Armando, 1998, pp. 351

1998 - Il problema della fedeltà ermeneutica

Il problema della fedeltà ermeneutica. Nell’arte, nel diritto e nella cura dell’anima. B. Callieri, F. D’Agostino, A. Gaston, S. Givone, A. Lambertino, G. Levi, V. Mathieu, M. M. Olivetti, L. Paoletti, U. Perone, A. Poma, G. Riconda, R. Sacco, J. Strangas, W. Welsch, R. Wiehl, G. Zaccaria I contributi e la discussione fra specialisti di diverse discipline sull’interpretazione nell’estetica, nel diritto e in psichiatria e psicoanalisi, raccolti in questo volume, illustrano come in tutte le attività interpretative sia impegnata la persona nella sua interezza. Nella pluralità delle prospettive emerge il carattere ontologico dell’interpretazione: l’interpretazione fa i conti con un’ulteriorità del senso, mai del tutto posseduto ma ricercato e sperato.

Continua

AA.VV.,V. MATHIEU, L. PAOLETTI, Interpretazione dell’uomo globale, Roma 1994, pp. 196

1994 - Interpretazione dell'uomo globale

Immersa nei ritmi frenetici dell’evoluzione culturale che caratterizzano la società contemporanea, la riflessione sull’uomo e sulla sua “essenza” diviene indispensabile a completamento di un quadro altrimenti connotato dal farsi sempre più specialistico del sapere. Di qui nasce l’esigenza di subordinare le nozioni acquisite dalle varie discipline ad un ambito di competenza filosofica che ne ricerchi la globalità riconducendole a quel fine che è lo sviluppo di tutto l’uomo.

Continua

S. ZAMAGNI, Toward a One World Development Path: the Case for Grassroots Development, Roma 1994, pp. 51

1994 - Toward a one world development path

Dopo una sommaria esposizione degli itinerari di sviluppo che hanno caratterizzato le varie esperienze del dopo-guerra, l’autore passa a considerare i tre principali insegnamenti che da quelle sono derivati. In questo contesto si inserisce la proposta di uno “sviluppo partecipativo” che mediante un coinvolgimento attivo delle popolazioni dei paesi in via di sviluppo ed il mantenimento del surplus economico in loco, consenta un nuovo processo di accumulo e quindi di sviluppo.

Continua

AA.VV., Conflitto e narrazione. Omero, i mass media e il racconto della guerra, a cura di V. Mathieu, Bologna, Il Mulino, 2006 pp. 244

2006 - Conflitto e narrazione

A. Abruzzese, F. Battistelli, U. Curi, C. Jean, E. Manca, V. Mathieu, R. Rega, A. Scurati Vincolati reciprocamente da diversi legami, conflitto e narrazione costituiscono un intreccio difficile da dipanare: da un lato, infatti, la guerra va interpretata come una forma peculiare della comunicazione, piuttosto che come una sua interruzione; e lungi dal poter essere considerato un mero strumento di pace, il dialogo tra soggetti è anzitutto un’occasione di scontro. Le armi, dunque, sono anche parole, e le parole armi. Analizzando come il conflitto sia la trama originaria di ogni narrazione, e come d’altro canto ogni guerra venga inevitabilmente accompagnata da tentativi di reiscrizione in un racconto sensato, il volume propone la necessità di non occultare tale intreccio. La società della comunicazione di massa, infatti, non fa che accentuarne la rilevanza, esponendosi ancora più gravemente al rischio di letture ingenue e dai potenziali effetti esplosivi.

Continua

AA.VV., L’identità in conflitto dell’ Europa. Cristianesimo, laicità, laicismo, a cura di L. Paoletti, Bologna, Il Mulino, 2005 pp. 224

2005 - L'identità in conflitto dell'Europa

S. Belardinelli, G. Dallatorre, J-D. Durand, P. Donati, N. Lobkowicz, V. Mathieu, V. E. Parsi, R. A. Sirico Il problema dell’identità religiosa dell’Europa può e deve essere affrontato in una prospettiva non condizionata dalle contingenze del dibattito politico e soprattutto da pregiudizi ideologici. Alla posizione semplicistica di chi si affanni a tener ben distinto ciò che è cristiano da ciò che non lo è, questo volume oppone un’ipotesi di lavoro: il riconoscimento di una conflittualità strutturale, ma feconda e non distruttiva, tra cristianesimo e laicità è un presupposto fondamentale per la costruzione del futuro del vecchio continente. Gli studi raccolti nella prima parte del libro mettono in evidenza, da un punto di vista storico-descrittivo, come il termine “laicità” assuma diversi significati in differenti contesti culturali, quali quello italiano, tedesco, francese e statunitense. Nella seconda parte invece, a livello più teorico-sistematico, si sottolinea come il rapporto tra Stato e Chiesa (o Chiese) non sia necessariamente di reciproca esclusione: il cristianesimo ha svolto, e può ancora svolgere, una funzione tanto più rilevante per la società quanto più interagisce, secondo la sua tradizione più autentica, con una sfera pubblica riconosciuta nella sua piena autonomia.

Continua

AA.VV. L’economia e lo sviluppo globale della persona e della società, a cura di Vittorio Mathieu, Roma 1989, pp. 121

1989 - L'economia e lo sviluppo globale della persona e della società

K. J. Arrow, P. T. Bauer, A. Bayer, P. Blasi, M. Brighi, H. Campos Menendez, P. Dasgupta, L. Del Favero, A. Fazio, N. Gomes Teixeira, K. Kahane, L. R. Klein, F. König, C. G. Langoni, W. Leontief, S. Lombardini, S. Marglin, V. Mathieu, J. M. Mertes, P. C., Nicola, C. Pace, L. Paoletti, E. L. Paraiso, A. Petrecolla, J. Roemer, P. Sylos Labini, P. Tani, C. Valy Tuho  Partendo dal carattere di planetarietà che caratterizza i fenomeni economici del nostro tempo, viene considerata l’esistenza di problemi che, pur necessitando di un intervento economico non possono essere risolti esclusivamente mediante esso. Occorre, pertanto, collocare l’uomo al centro dell’attività economica, finalizzando questa alla sua completa realizzazione. Ciò facendo si connetterà inevitabilmente l’economia alle altre dimensioni della persona: credere, conoscere, comunicare e agire.

Continua

AA.VV., Per una scienza aperta, Roma 1989, pp. 121

1989 - Per una scienza aperta

P. Blasi, G. Brenci, N. Dallaporta, G. Del Re, F. Facchini, A. Guerritore, G. Melzi, L. Paoletti, G. Prosperi Dalla riflessione sullo specifico contributo che la conoscenza scientifica può dare ad una considerazione dell’uomo inteso come globalità emerge l’inadeguatezza di uno schema che vede collocati su piani non comunicanti i diversi tipi di conoscenza. L’uomo di scienza – in virtù dello stimolo conoscitivo che lo anima e per la sua formazione – è particolarmente sensibile a recepire quanto proviene da altri piani dell’esperienza umana e quindi disponibile a concorrere alla ideale ricostruzione dell’unità della persona.

Continua