AA.VV., Per una cultura del valore, a cura di Armando Rigobello, Roma 1989, pp. 106

1989 - Per una cultura del valore

G. Carcaterra, L. Lepri, V. Mathieu, M. R. Saulle, A. Rigobello, P. Valenza  Alla luce della situazione di smarrimento dell’uomo contemporaneo dovuta alla perdita di riferimenti ideali si avverte la necessità di delineare un orizzonte dei valori fondato su una morale propositiva, non più come insieme di norme bensì, come proposta di contenuti positivi conferenti alla vita senso e pienezza di realizzazione.

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L. PAOLETTI, Ermeneutica delle condizioni umane, Roma 1990, pp. 222

1990 - Ermeneutica delle condizioni umane

Vi sono dei tratti caratteristici che pervadono la vita di tutti, venendo vissuti, di volta in volta, da ciascuno in modo personale. Sono le condizioni umane, le situazioni individuali e irripetibili in cui ciascuna persona si trova a vivere in ciascun momento della sua vita, ed è in esse che si realizza la compresenza di universale e individuale che tante volte la filosofia ha cercato. In quest’ottica i rapporti con l’altro divengono costitutivi, concorrendo l’alterità dell’altro a realizzare la propria individualità.

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AA.VV., Man-Environment and Development: Towards a Global Approach, edited by Paolo Blasi and Stefano Zamagni, Roma 1991, pp. 343

1991 - Man-environment and development

G. Andreotti, S. Balic, P. Dasgupta, J. Eddy, L. Emmerij, W. E. Gordon, R. Hill, T. Imamichi, H. Kakihana, J. Karle, R. W. Kates, T. Kawata, L. Klein, F. König, K. G. Mäler, E. Malinvaud, V. Mathieu, J. McCarthy, G. Melzi, J. Moltmann, H. A. Mooney, I. Musu, C. A. Perrings, G. J. Pereira, B. J. Przewozny, P. Schmitz, L. J. Sison, J. Szenthágothai, I. Rasool, N. A. Robinson, R. S. Yalow, T. H. Weller Muovendo dalla considerazione del ruolo che la scienza deve assumere in modo sempre più responsabile in merito al problema, si è giunti all’affermazione della necessità di una collaborazione di tutte le discipline onde elaborare un’alternativa che consenta di affrontare il problema ambiente in funzione all’uomo globalmente inteso. Nel volume è raccolto il materiale preparato per il IV Incontro di Premi Nobel tenutosi a Roma nel dicembre del 1989.

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AA.VV., What Markets Can and Cannot Do: the Problem…, edited by Milan Sojka and Stefano Zamagni, Roma 1992, pp. 186

1992 - What markets can and cannot do

What Markets Can and Cannot Do: the Problem of Economic Transition in Central Eastern European Countries V. Barta, V. Benacek, L. Campiglio, B. Gui, R. Palous, P. Mertlik, L. Mlcoch, I. Musu, M. Sojka, S. Zamagni Il volume raccoglie il materiale elaborato in occasione del seminario tenutosi a Praga il 6-7 marzo 1992. In esso sono presenti i contributi di riflessione inerenti alla questione dello sviluppo economico, particolarmente problematico nei paesi dell’est. In sostanza si è inteso proporre una nuova modalità di sviluppo caratterizzata da un effettivo collegamento tra i mercati e le istituzioni sociali onde raggiungere obiettivi di efficienza economica senza pregiudicare i fini di democrazia, giustizia e dignità umana.

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AA.VV., Per una carta dei fondamentali valori umani, Roma 1993, pp. 192

1993 - Per una carta dei fondamentali valori umani

L. Alici, L. Lepri, V. Mathieu, I. Musu, M. M. Olivetti, L. Paoletti, A. Pieretti, A. Rigobello, S. Zamagni Nell’ambito di un contesto culturale ed esistenziale caratterizzato dalla perdita di centri ideali di riferimento, questo testo si configura come una testimonianza in continuità con la tradizione più autentica, e come un rinnovato invito alla speranza. La “Carta dei valori”, trova, dunque, la propria motivazione d’essere nell’intento di indicare alcuni ideali a cui conformare le scelte di vita tanto in ambito privato quanto pubblico.

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AA.VV., Verso un umanesimo della nuova speranza, Roma 1985, pp. 80

1985 - Verso un umanesimo della nuova speranza

F. Bonacina, L. Lepri, V. Mathieu, M. M. Olivetti, P. Pace, L. Paoletti, A. Rigobello La speranza, come dimensione ontologica, si rinviene nella progettualità della condizione itinerante dell’uomo, in quanto è nell’attitudine a sperare che l’uomo si coglie nella propria autorealizzazione. Si tratta di una speranza aperta alla solidarietà, intenzionalmente rivolta alla comunione, e che, pur nel rispetto della singolarità di ogni persona, ci induce ad una comprensione globale della vita al di là delle sue singole manifestazioni.

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V. MATHIEU, Vivere la speranza, dare speranza,”La Proposta Nova Spes” Roma 1985, pp.243

1985 - Vivere la speranza dare la speranza

Dinnanzi ad un uomo che sta perdendo la capacità di appassionarsi e di conseguenza la capacità stessa di azione per cadere nell’indifferenza, la “speranza” prospetta il valore in sé da cercare senza la certezza di poterlo possedere definitivamente. L’uomo, essere precario, si aggancia attraverso il valore, ad un Essere assoluto ed in esso si sostanzia.

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L. PAOLETTI, Unità della Persona, Roma 1983, pp.68

1983 - Unità della persona

Di contro all’angustia di orizzonti che mortificano la Unità della Personacomplessità dell’uomo, la tematica della persona si ripropone come risposta all’esigenza di ricomposizione espressa dall’attuale squilibrio. L’unità si presenta pertanto come principio unificante e, in alternativa al monismo riduttivo e al dualismo dissociante, come struttura ontologica della persona.

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Nuovi Studi Politici, ANNO XXXV – III Serie – Gennaio-Giugno 2005 n. 1/2

Nuovi studi politici 2005-1

Il presente numero della rivista segnala immediatamente la propria novità con un cambiamento di veste grafica. In effetti, la nuova serie inaugura la guida del trimestrale da parte della fondazione Nova Spes che ha accolto l’invito del direttore Francesco D’Agostino ad assumerne la responsabilità scientifica. Con la progressività richiesta, vuoi da un fisiologico periodo di rodaggio, vuoi dalla discrezione nei confronti dello storico periodico di così illustri fondatori, nonché dei suoi lettori, la rivista diventerà l’organo di Nova Spes. Che non si interessa specificatamente di «studi politici» ma che una finalità politica in senso proprio la persegue senz’altro. Il senso proprio pensato da Aristotele, per intenderci, che riteneva la politica una «virtù», cioè una disposizione acquisita (o abito) che diviene una seconda natura e come tale aiuta gli individui a raggiungere i loro scopi naturali. La questione dalla continuità, dunque, ma anche quella di un rinvigorimento che al «nuovo» è affidato, vengono assicurati dal nostro guardare la politica come una teoria che, in quanto tale, non si limita a cercare i mezzi per raggiungere scopi che già si hanno, bensì si propone di riflettere sugli scopi stessi che è bene proporsi. Già in questo numero si troverà un articolo che

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