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Tag: dialogo

Brunetto Salvarani – IL DIALOGO INTERRELIGIOSO CON L’ISLAM

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(estratto da Paradoxa 1/2016) Anche con i fedeli dell’islam è possibile dialogare. […] Ci vogliono pazienza, fiducia, onestà intellettuale, rispetto della libertà dell’altro, capacità di ascolto. E lasciare che il tempo faccia crescere quanto di buono è stato seminato». Cardinal Dionigi Tettamanzi, La città rinnovata dal dialogo, 2008   Una premessa, strategica. Ciò che i terroristi nel nome di Allah vorrebbero scatenare, a qualsiasi fazione si richiamino, sembra una guerra ma in realtà è una fitna, uno scontro fratricida per l’egemonia all’interno della umma, della comunità islamica (come da tempo ha colto il sociologo francese Gilles Kepel, ad esempio). Se il loro obiettivo simbolico sono i cristiani in Siria e gli yazidi in ciò che è diventato l’Iraq, o una testata satirica o un locale alla moda francesi, quello reale è l’islam che dialoga e si confronta bon gré mal gré con l’alterità, concependo la possibilità, forse per la prima volta nella sua storia, di una (faticosa, certo) convivenza multireligiosa, e giungendo ad apprezzare quel sacrosanto principio di laicità che tutela le libertà di ogni uomo e di ogni donna, a prescindere dal fatto che creda e da come creda. E se la buona notizia è che in questi mesi

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Francesco Zini – DIRITTI DELL’UOMO E DIALOGO INTERCULTURALE NEL MEDITERRANEO

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Il tema dei diritti umani risulta controverso per le molte problematiche inerenti al significato da attribuire ai termini “diritto” e “uomo”. Infatti se al termine diritto diamo una connotazione storico geografica relativa ad un determinato contesto geografico e ad una data epoca storica vediamo che la concezione storico positiva dei diritti si incarna ogni volta con esempi di contenuto diversi. L’interpretazione positiva del diritto riduce l’esperienza giuridica al passaggio delle convenzioni che una determinata società si da in termini di convenzioni civili o di accordi e consuetudini. In questo contesto l’umanità del diritto si inserisce in una concezione privatistica dell’uomo. L’uomo non è una categoria giuridica poiché appartiene alla definizione filosofica o morale. Quindi l’appello ai diritti dell’uomo diviene nella concezione positiva un richiamo etico che fa da preambolo alla serietà positiva dei singoli diritti esperie bili giudizialmente e nei quali si confrontano i veri interessi materiali delle parti in causa. Secondo un’altra prospettiva, quelle del diritto naturale l’espressione diritti dell’uomo, ha una valenza sostanziale e non formale poiché esprime l’intrinseco valore del diritto che o è per l’uomo e non è diritto, anche se fosse positivizzato in codici o legislazioni vigenti. Questa accezione non esclude processi di positivizzazione o

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Tavola rotonda – Conflitto e vita: Referendum e Legge 40

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16 Giugno 2005, Roma Sala delle Conferenze, P.zza Montecitorio, 123a Quale che sia, l’esito dell’imminente consultazione referendaria sulla Legge 40 non offrirà una facile soluzione alle complesse questioni sottese al voto, né attenuerà, di per sé, i toni di un dibattito che è stato spesso troppo aspro per facilitare una comprensione reale della posta in gioco. Quale che sia, l’esito del referendum sarà un dato di fatto di cui dovrà tener conto qualsiasi scelta successiva: anche e soprattutto quella di intraprendere un percorso difficile, ma non impossibile, di collaborazione piuttosto che di scontro. Con l’intento di offrirsi come spazio per un confronto senza sconti ma costruttivo, la Fondazione Nova Spes ha invitato alcune voci autorevoli e di diversa impostazione culturale ad una riflessione che si proponga un duplice obiettivo: interrogarsi, per un verso, sul voto referendario, interpretandone il significato ed esplicitandone le indicazioni; individuare, per altro verso, punti di convergenza inediti e proposte condivise di intervento Laura PAOLETTI, Segretario Generale Fondazione Nova Spes Gentile Segretario Generale, la ringrazio per il cortese invito a partecipare all’incontro Referendum e legge 40: dopo il voto, il dialogo» che avrà luogo il 16 giugno prossimo presso palazzo Montecitorio. Concomitanti impegni all’estero non mi consentiranno

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Paradoxa, ANNO X– Numero 1 – Gennaio/Marzo 2016

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Le religioni in dialogo. L’eredità di Franz König A cura di Laura Paoletti Non c’è dubbio: il termine ‘dialogo’ è logoro e richiama atteggiamenti buonisti e velleitari. Per altro verso, però, l’istanza che esso esprime è sufficientemente chiara perché sia evidente che si tratta di un imperativo ineludibile. È necessario, dunque, cominciare a ripensare dalle radici tale istanza, le sue condizioni di possibilità, ma anche quelle di impossibilità. Quando la posta in gioco non è una qualche verità, come accade nel caso di un qualsiasi confronto di opinioni, ma la Verità come tale, come è proprio del dialogo interreligioso, tali limiti sembrano invalicabili e il conflitto sembra inevitabile. Le alternative cui la curatrice Laura Paoletti invita sembrano allora essere due: collocarsi «sugli spalti di un’arena» e rinunciare, in nome di un paradigma «ateistico», alla possibilità stessa di un dialogo (ipotesi provocatoria lanciata da Rigotti); oppure radicalizzare la posta in gioco, ripensando in modo strutturale i termini in questione e facendoli reagire dall’interno. È in questo contesto che si sceglie di ripercorrere le tappe essenziali che hanno segnato la storia del pluralismo e del dialogo tra religioni (Filoramo), guardando soprattutto agli essenziali apporti del Concilio Vaticano II (Giuliani); e, quindi, ci

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