Sergio Belardinelli – LA PRODUZIONE CULTURALE NELLA CHIESA

(estratto da Paradoxa 4/2013) Prima di affrontare il tema specifico che mi è stato assegnato – La produzione culturale nella Chiesa – mi sia consentita una considerazione preliminare a proposito del titolo generale: Intellettuali e cattolici. Confesso che qualche volta la parola intellettuale desta in me qualche perplessità. Eppure non ho alcuna difficoltà a qualificarmi come intellettuale cattolico. Sebbene le etichette non mi piacciano, è un’etichetta che non ho mai disdegnato. Del resto ognuno di noi è quello che è; difficile distinguere la parte di noi che dipende dalle convinzioni della nostra fede religiosa e quella che dipende invece da inclinazioni o considerazioni d’altro tipo. L’unica cosa certa è che siamo un’inestricabile mescolanza di fede, ragione, passione, pregiudizi e altro ancora, solo astrattamente separabili tra di loro. Ne va in ultimo dell’unità della nostra persona. Per questo nel dibattito pubblico dovrebbe contare la bontà degli argomenti che ognuno è in grado di mettere in campo, non certo l’etichetta ideologica che appiccichiamo loro addosso. Sennonché, in Italia, è proprio questo che, per cattolici e laici, sembra risultare estremamente difficile. «La mia storia è quella di un uomo che ha iniziato la sua vita credendosi un autentico cattolico e un autentico liberale,

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Paradoxa, ANNO VII – Numero 4 – Ottobre/Dicembre 2013

Intellettuali e cattolici A cura di Laura Paoletti Chi, cosa, dove sono gli intellettuali cattolici? Si può essere intellettuali e cattolici senza essere intellettuali cattolici? Questo numero di Paradoxa si interroga su una figura equivoca, non facilmente afferrabile. In primo luogo, sul piano teorico, ci si può chiedere in virtù di cosa si sia legittimati a parlare di ‘intellettuali cattolici’, e in che misura l’appartenenza confessionale possa condizionare (fecondando o, viceversa, limitando) la pratica intellettuale. Ciò su cui occorre interrogarsi, da questo punto di vista, è quale sia il discrimine tra parlare di intellettuali cattolici e parlare, piuttosto, di intellettuali e cattolici. Per ciò stesso, alla radice, non si può non rilevare come sia quella dell’‘intellettuale’ che quella del ‘cattolico’ sono categorie opache, insufficienti a definire appartenenze o esclusioni: «Tutti e nessuno sono intellettuali; tutti e nessuno sono cattolici» (Tommasi). In secondo luogo, sul piano pratico, quel che si deve saggiare è la realtà degli spazi in cui, concretamente, la tradizione cristiana ha inciso e incide sulla cultura contemporanea. Il rapporto tra ambienti cattolici e cultura laica, in Italia, ha subito dei forti condizionamenti in seno agli orientamenti della Chiesa, lungamente ostile a qualsiasi commistione dei cattolici con la vita

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