Vittorio Emanuele Parsi – PAURA E LIBERTÀ

(estratto da Paradoxa 1/2008) 1. La paura rende liberi La paura dell’uomo rispetto all’incertezza e all’insicurezza cui sono sottoposte le sue relazioni sociali è comunemente considerata la causa ultima del rapporto di obbligazione politica. Dal momento che l’uomo non può vivere un’esistenza “robinsoniana”, e poiché invece la possibilità di soddisfare i propri bisogni individuali dipende anche dalla collaborazione degli altri, la conformità dei comportamenti altrui rispetto a quanto ognuno desidera è requisito determinante per il conseguimento degli interessi individuali. In sostanza, dovendo l’uomo ricorrere a continui scambi con i suoi simili per procacciarsi le risorse necessarie a realizzare i suoi scopi, il successo è sempre esposto a un duplice rischio. In primo luogo non deve mai essere esclusa la possibilità che le ragioni di scambio possano variare, o che coloro con i quali ci siamo accordati per effettuare la transazione decidano improvvisamente di ritirarsi o di chiedere un prezzo spropositato e comunque diverso da quanto in precedenza pattuito. È il rischio dell’incertezza, cioè della situazione che sfida la sacralità del contratto, espresso nella massima pacta sunt servanda. Esiste poi un altro tipo di eventualità, ovvero quello di vedere la propria incolumità personale e il possesso dei propri beni esposti alla

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Seminario – La paura come attore politico

18 giugno 2008, Roma Libreria Croce, Corso Vittorio Emanuele II Il giorno 18 Giugno 2008, alle ore 18.00 presso la Libreria Croce si è svolta la presentazione del n.1/2008 di ParadoXa, La paura come attore politico. Il fascicolo è stato presentato dal curatore, Vittorio Emanuele Parsi – Professore di Relazioni internazionali presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ed editorialista di Avvenire – e da Stefano Dambruoso, – Magistrato della Procura di Milano con esperienze nel campo dell’antimafia e dell’antiterrorismo. Relatori: Vittorio Emanuele Parsi, Stefano Dambruoso. Moderatore: Pierluigi Valenza

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Paradoxa, ANNO II – Numero 1 – Gennaio/Marzo 2008

La Paura come attore politico a cura di Vittorio E. Parsi Le declinazioni della paura sono così numerose da sollevare la domanda se la paura stessa non si leghi originariamente alla vita. È questo il presupposto, radicale, da cui prende le mosse il fascicolo I/2008 di «Paradoxa» a cura di V.E. Parsi, Professore di Relazioni internazionali presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ed editorialista di Avvenire. Se la paura è all’origine della vita, essa è della politica al contempo origine e potenziale limite. Incertezza e insicurezza sono infatti la causa principale del rapporto di obbligazione. Compito delle istituzioni liberali, tuttavia, è oggi proprio quello di superare il trade-off paura/libertà. Di fronte alle sfide del terrorismo su cui riflette M. Cox occorre cioè trasformare la paura della libertà in una più propositiva paura per la libertà. Si delineano nel numero, così, problemi e possibili soluzioni. Tra i primi: mafia, mercato, potere sovrano, ruolo dei media e linguaggio della paura, perdita delle sicurezze tradizionali a fronte della crisi della modernità. Tra le soluzioni, l’evocazione del principio della «nonpaura» proprio della cultura indiana, e alcune istanze più concrete: valorizzazione del capitale sociale, accentuazione della singolarità personale, trasformazione dell’esitazione in consapevolezza della

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