Laura Paoletti – LOST IN TRANSLATION

(editoriale di Paradoxa 1/2007)

Paradoxa ritiene che un pubblico a cui rivolgersi esista. Pensa, in particolare, a coloro che fondano la propria identità su ben sviluppate certezze, e tuttavia convivono volentieri con la portata delle proprie domande. Paradoxa, dunque, si propone di affacciare l’uno all’altro temi e posizioni capaci – anche solo per “differenza”- di segnalare i nodi paradossali che un dibattito, aspro o con-ciliatorio che sia, rischia di lasciar passare inosservati. Nozioni e valori, si sa, si costellano in ciascuno a proprio modo, secondo differenti ammaestramenti e vissuti. Appartenenze e culture si confrontano e si connettono erraticamente, disperse in una rete di vuoti. Che le discipline, accentuando via via un processo di introversione, non colmano. L’enciclopedia di ciascuno, i valori che ne guidano le scelte, contengono termini umanamente affini; ma ben diversi sono l’ordine e la gerarchia. Tanto che oggi, nello sforzo di intendersi, e in quello di puntualizzare i dissensi fino a conseguenze estreme, ciò che va “perduto nella traduzione” può darsi che rappresenti appunto l’essenziale. E che contribuisca a formare la trama dei conflitti più sterili, dove la ragione dell’uno non definisce il torto dell’altro; dove argomenti anche vistosamente contrapposti nella prospettiva piatta di un eterno presente, nello spazio complesso della mente-realtà, sono l’un l’altro sghembi e non comunicanti.
Dunque, Paradoxa fa propria la tradizione, l’ispirazione e l’apertura di Nova Spes innanzi tutto nel farsi guidare da princìpi senza falsarli in formule. Così, nell’accostare l’uno all’altro livelli e prospettive, in vista di un di-scorrere tra i linguaggi, tenta di far sì che i paradossi in essere si manifestino. Tenta, quanto meno, di contribuire ad accorciare la consistente lista del “perduto nella traduzione”.
Un film di successo, appunto Lost in translation, che metteva a tema l’equivocità delle lingue nel tradursi a vicenda, evocava la potenza frustrata di una umanità trasversale e soggiacente che, fra visivo e pulsionale, riconnette almeno i termini di un possibile desiderare (desiderarsi). Paradoxa, questo desiderarsi vorrebbe darlo per scontato. Esso unisce le voci già presenti sulle sue pagine e seleziona quelle che vorranno aggiungersi al suo progetto.

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