Pavel Rebernik – LA MORTE COME APERTURA DI SENSO. THE BUCKET LIST DI ROB REINER (2007)

(estratto da Paradoxa 3/2011) Edward Perriman Cole è morto in maggio Era domenica, di pomeriggio e nel cielo non c’era una nuvola È difficile capire il valore della vita di una persona C’è chi dice che viene misurato da quelli che gli sopravvivono Qualcuno crede che si possa misurare nella fede Qualcuno dice nell’amore Altri dicono che la vita non ha proprio senso Io? Io penso che uno misura se stesso in base alle persone che si sono misurate su di lui Con queste parole si apre il film di Rob Reiner, The Bucket List («La lista del capolinea» o «La lista in vista della fine», reso in italiano con «Non è mai troppo tardi»). Repentinamente e senza mezzi termini esse pongono al centro dell’attenzione l’invito a cogliere l’attualità e la necessità di una riflessione su ciò che costituisce il problema filosofico per eccellenza: l’esistenza dell’uomo e la sua vibrante domanda di senso. Il tema della morte, che dona ritmo al film, consente a sua volta di articolare la domanda in tre direzioni: 1) ricerca di senso: nel mondo, nell’uomo, in Dio; 2) assenza di senso: ateismo; 3) morte di senso: nihilismo. Le parole di apertura sono quelle del narratore,

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