New Realism.
Molto rumore per nulla
A cura di Francesca Rigotti
Prendiamo un lettore italiano di quotidiani che arrivi a sfogliare il giornale fino alla sezione «cultura». Proviamo a chiedergli quali siano le grandi questioni filosofiche del nostro tempo. Costui non avrà dubbi: pagine e pagine di polemiche arroventate tra i più noti filosofi italiani attestano che il vero problema – da più di un anno a questa parte – è la «realtà», finalmente tornata al centro del pensiero dopo l’esilio postmoderno: finalmente fatti e non più solo interpretazioni. La disputa tra New realism e postmoderno, dunque, è oggi alla ribalta. Ma cos’è l’uno e cos’è l’altro? Qual è la posta in gioco nel braccio di ferro tra le due parti? Gli autori di «Paradoxa» 3/2012 si confrontano con un dibattito ancora tutto aperto, che stimola idee e scomoda pensatori autorevoli, in primis, i due giganti della lotta in questione: Gianni Vattimo e Maurizio Ferraris. Se il numero ha affrontato l’aspetto propriamente filosofico (verità, giustizia, confronto con le posizioni costruzionista, costruttivista, fenomenologica e analitica, implicazioni in ordine all’epistemologia e all’etica), il dibattito scaturitone si è esteso a un aspetto di non marginale interesse, il clamore mediatico del nuovo realismo. La filosofia sui media – ci si domanda – riflette davvero il lavoro degli specialisti? O ne inventa un altro a proprio uso e consumo? È un aspetto, questo, che finisce per sollevare una problematica ancora più ampia, quella delle logiche che promuovono in prima pagina una questione piuttosto che un’altra.
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